Un Amore PETALOSO
Giorni fa sfogliando delle immagini mi è capitata tra le mani quella di una margherita, e così, come un programma pre-impostato, mi è venuto in mente il gioco del “m’ama, non m’ama”, rituale solitamente utilizzato da chi cerca di capire se il sentimento provato sia ricambiato dalla persona amata, dedicando più energie mentali in questo gioco fiducioso di ottenere la risposta desiderata piuttosto che utilizzarle per cercare di vivere a fondo quella relazione.
Che strano, più che lasciarci incantare dal fiorire dei campi e inebriare dai suoi profumi, preferiamo staccare quel fiore dalla terra, sradicandolo dalla sua origine, e dalla generatività della terra stessa di cui ne è l’espressione più bella.
Quel gioco fallirà sempre perché, sia che esca “m’ama” sia che esca “non m’ama”, quel fiore verrà gettato via perché non più utile ai nostri interessi, ormai privato del suo magnifico elemento.
È servita la creativa intuizione di un bambino che, nel tentativo di individuare la parola che più lo caratterizza, ci ha ricordato che un fiore è “petaloso”, cioè fatto di petali, la sua caratteristica primaria sono i petali, la sua essenza primaria sono i petali; e se vogliamo vederlo germogliare nella sua bellezza dobbiamo lasciarlo ancorato alla sua origine, alla terra.
Così come con la margherita ci comportiamo con l’amore, rimaniamo incantati e affascinati dalla sua bellezza, lo cerchiamo con desiderio, ma, invece di annaffiarlo con impegno e dedizione per vederlo fiorire, preferiamo strapparlo dalla sua Origine, di cui ne è l’espressione più bella, utilizzandolo solo come strumento per assecondare il nostro narcisismo sino a deturparlo e privarlo della sua essenza più profonda.
Forse dovremmo fare nostra la lezione di quel bimbo così da ricordarci sempre che l’amore, come un fiore, va rispettato, vissuto e custodito nel suo essere “petaloso”.
Matteo Ognissanti