Papaveri e Spose
Mi incanto ad ammirare un campo di papaveri illuminati dal sole di primavera… e non posso non sorridere!Quando dipingevo da bambino, cercavo di non sprecare i colori per paura che non mi bastassero.
Anche qui la profusione di colore mi pare addirittura eccessiva. Uno spreco di rosso. O una sovrabbondanza di gioia!
Per me. Per me che ora mi fermo ad ammirarlo.
La nostra cultura ci ha abituati al disincanto, come se la cosa più importante di tutte per noi moderni sia “smontare” le cose, vedere cosa ci sia dentro e dire: “Ah, è tutto qui, non c’è niente di misterioso, niente di sorprendente, niente da ammirare”.
Anche questo campo di papaveri può essere smontato e descritto in modo meccanicistico (botanico, evolutivo, chimico, fisico…). Anche un quadro di Van Gogh può essere descritto in modo meccanicistico. Anche il viso di mia moglie.
Ma così non incontrerei il “campo di papaveri”, non incontrerei il “Van Gogh” e non incontrerei la mia sposa!
Sicuri che la parte più vera della realtà sia quella che rompe l’incanto? Sicuri che sia anche la parte più bella? E più buona? E quella che ci rende più umani, più sapienti, più giusti, più morali… più felici?
La scienza nutre i corpi, ma la poesia nutre l’anima. La scienza difende il corpo, ma l’arte difende lo spirito. La scienza sincronizza gli oggetti, ma la musica sincronizza i cuori…
Oggi mi lascerò incantare dalla poesia, dall’arte e dalla musica di questo campo!
Lascerò che una Intenzione raggiunga il mio cuore: “Ti voglio bene. Sei la mia gioia!”
Non lascerò che né la scienza, né il chiasso, né la fretta, né l’obbrobrio del male mi distolgano dall’incanto di contemplare la Bellezza.
Anche nel deserto cercherò un fiore.
Mi basterà un fiore per ritrovar Bellezza.
Un papavero. O una sposa.
(Mimmo Armiento)
#lafelicitaeunascelta
#ingannevolecomelamore