E VISSERO FELICI E CONTENTI
Qualche giorno fa io e Mimmo abbiamo festeggiato 6 anni di matrimonio.
Mentre passeggiavamo, pensavo che forse per molte persone sono pochi 6 anni, ma per noi sono stati tantissimi… Quanto ho imparato sull’amore in questo tempo insieme! Sono entrata nel matrimonio con una grande illusione: me lo aspettavo come una luna di miele che durasse tutta la vita! Questo perché il nostro fidanzamento e i nostri primi mesi insieme sono stati una favola e credevo che dovesse essere sempre più bello.
È stato molto difficile per me imbattermi nella realtà. L’illusione porta sempre delusione, come dice Don Fabio Rosini. E così ho dovuto conoscere il sapore amaro di vivere il disincanto… Molto spesso io non sono stata con Mimmo la fata che ero durante il nostro fidanzamento e lui non è stato con me il principe romantico che avevo conosciuto. Abbiamo sperimentato anche il lato più nascosto e meno presentabile, l’uno dell’altra. Non solo…io ho dovuto fare i conti con la mia idea sbagliata di moglie sottomessa. All’inizio odiavo questo termine. Poi col tempo, un po’ leggendo il libro di Costanza Miriano, un po’ studiando la lettera di San Paolo agli Efesini, un po’ grazie ai consigli di una mia cara amica, avevo capito che una moglie sottomessa non è una donna che sta sotto per essere schiacciata e umiliata, ma è sottomessa nel senso che sostiene suo marito … questa immagine così importante e dignitosa mi era piaciuta molto e l’ho accolta. Ma nel viverla, si è impastata con una mia errata interpretazione. E così ho vissuto un lungo periodo in cui tendevo a sacrificarmi troppo per Mimmo e soprattutto per i bambini, a trascurare i miei desideri, la mia femminilità, la mia voglia di divertirmi…credevo fosse normale mettere tutto da parte, perché una moglie e una madre è chiamata al servizio. Mi sentivo in colpa se non ero sempre disponibile, sempre efficiente. Ero rientrata nei miei vecchi schemi che già in passato avevano provato a schiacciarmi. Purtroppo non credevo di poter vivere diversamente. Questa “prigione” mi stava intristendo e incattivendo, sia verso Daniele e Luca, sia nei confronti di Mimmo. I nostri litigi diventavano sempre più amari e si stava insinuando in me il terribile dubbio che avessimo commesso un errore a sposarci. Ero frustrata e scaricavo su Mimmo e sui bambini molto spesso la mia insoddisfazione. Mimmo credeva che forse iniziare a lavorare mi avrebbe aiutata a sentirmi più realizzata, ma io non ero d’accordo, perché sentivo che avrei soltanto aggiunto un ulteriore peso al mare di grossi carichi che già provavo su di me.
Poi un giorno un caro amico mi disse una frase che iniziò a farmi interrogare su tutto questo. Mi disse: “Sono un po’ preoccupato per te, ti vedo troppo sottomessa con i bambini e con Mimmo. Secondo me dovresti concederti qualche uscita in più con le amiche, dovresti essere meno servile con i bambini e non dovresti vivere in modo troppo rigido la divisione dei ruoli con Mimmo.”
Ho iniziato a riconoscere che avevo vestito i panni di Cenerentola, aspettando il principe che venisse a riscattarmi, ed ero sempre più arrabbiata con Mimmo, perché non mi veniva a liberare. Che stupida sono stata! Avevo dimenticato che già era venuto un Re a liberarmi, una volta per sempre!
“Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Perché tu sei preziosa ai miei occhi,
perché sei degna di stima e io ti amo”(Isaia 43)
L’avevo dimenticato!
Aspettavo di essere salvata da mio marito, invece già Dio l’aveva fatto!
E così è iniziato un cammino di riscoperta del matrimonio! I primi giorni è stato difficile, io e Mimmo litigavamo molto spesso, perché questo cambiamento negli equilibri ha richiesto degli scossoni nel nostro rapporto e avevamo ancora più difficoltà a capirci l’un l’altra. Però pian piano abbiamo iniziato a impastarci in un modo nuovo. Io ho cominciato a sentirmi molto sostenuta da lui. Già prima di questo cambiamento mi capitava di uscire senza Mimmo e i bambini, ma lo facevo senza sentire di averne il diritto, senza il suo appoggio: non mi godevo quel tempo per me, sentivo che non stavo facendo il mio dovere, e quindi uscire era quasi inutile, perché comunque non riuscivo a regalarmi delle ore di sano cazzeggio. Invece da quel momento ho avvertito sempre più Mimmo come mio alleato, non più come mio sabotatore e rivale. Ho capito che quell'”amarti e onorarti” che ho promesso a Mimmo il giorno del nostro matrimonio, significa essere una donna realizzata e felice! Ho compreso che tante delle nostre incomunicabilità derivavano dalla mia frustrazione e anche dalla sua, perché un uomo che non vede felice la sua donna, sente che sta fallendo. Ho iniziato a guardarlo con sempre maggiore stima e ammirazione, e me ne accorgo non solo da quello che gli dico, da come lo considero, ma anche da ciò che trasmetto ai nostri amici. Prima tutti avevano l’impressione che Mimmo fosse un orso, e dipendeva molto da come parlavo di lui con loro. Ora succede sempre più spesso notino i suoi pregi e lo ammirino.
Anche con i bambini sono cambiata tanto, perché non mi sento più frustrata e ingabbiata. Prima mi sentivo in colpa se non correvo al loro primo richiamo, ero sempre pronta e disponibile, ora sto imparando che i nostri figli non sono più nell’età in cui la mamma deve fare tutto per loro, anzi più li aiuto a diventare autonomi, meglio è.
Per noi ha avuto un ruolo molto importante in questi ultimi mesi il progetto delle 12 cene, che io e Mimmo abbiamo accolto in casa nostra. C’è stata una notevole crescita sia nella mia autostima, sia nella nostra collaborazione. Prima delle 12 cene, se avevamo ospiti a casa, capitava molto frequentemente che trovassero disordine e a volte anche sporcizia, e io non mi sentivo affatto fiera di me stessa, non mi sentivo pienamente in grado di gestire una casa da sola, vedevo tutto troppo impegnativo per le mie capacità. Da quando facciamo le cene, io riesco ogni volta a preparare per 17 persone, a volte anche per 21, a pulire la casa, renderla bella e accogliente, a tenere tutto in ordine e questo mi dà un senso di grande realizzazione! E anche nel nostro modo di lavorare insieme siamo cambiati parecchio: prima era un incontro sul ring … ognuno aveva il suo modo di lavorare e di pensare e ci scontravamo fino a litigare, constatando quanto fosse meglio lavorare ognuno per conto proprio. Con l’avanzare delle cene, gusto con sempre maggior intensità la bellezza di trovare una comune frequenza alle nostra armonie, così diverse tra loro. E’ vero: lavorare da soli è più facile; ma non ti diverti e non ti realizzi come quando riesci a lavorare bene in due! Ora ci confrontiamo, prendiamo spunto l’uno dalle riflessioni dell’altra, provo molta stima per il pensiero di Mimmo e mi sento riconosciuta da lui nei miei pensieri. Mentre prepariamo insieme in cucina, sento la pienezza nel mio cuore! E quando lo guardo durante la cena, sono fiera di lui! Ammiro il suo modo gentile di accogliere i nostri ospiti, la sua saggezza nel comprendere e spiegare il discorso che facciamo, la sua ironia. Ha gusto nell’apparecchiare la tavola, è vigoroso nel fare un trasloco di divani e tavoli ad ogni cena, è ingegnoso nel sistemare i difetti della casa (qualche giorno fa ha costruito le zanzariere per tutti gli infissi in un solo pomeriggio). Mi aiuta se mi vede in affanno: una volta ha lavato i pavimenti in tutta la casa, perché mi ha visto in ansia per il forte ritardo.
Martedì scorso, durante la sesta cena, mentre parlava ai nostri ospiti, mi ha fatto una dichiarazione d’amore che nemmeno nei film ne ho mai sentita una così! Durante la quinta cena mi ha sorpresa tantissimo, perché mi è venuto incontro durante il video finale e mi ha invitata a ballare! Si sta sciogliendo tantissimo, perché finalmente si sente a casa con me! Tutte le cose belle che abbiamo ascoltato e accolto al corso “Incantevole come l’amore” stanno maturando in questi ultimi mesi di matrimonio. Me ne accorgo pienamente quando ballo con lui: prima ero rigida, lo giudicavo dandogli un voto sulla sua capacità di ballare, non mi divertivo affatto. Ora mi abbandono completamente, mi lascio portare da lui, sento la sua forza e mi fido, non mi interessa se conosca o meno le regole del ballo!
Quando ci siamo sposati avevo nel cuore il desiderio di “vivere felici e contenti”, come sognavo da bambina nelle favole. Per un lungo periodo ho creduto che questa fosse solo un’illusione. Ma mi sbagliavo! Perché nel matrimonio, se non vai alla ricerca delle illusioni, ma vivi la realtà che ti è stata donata, ogni cosa diventa preziosa e come il castello incantato ne “La bella e la bestia”, da oscuro diventa luminoso, colorato, gioioso, così è la nostra casa, se riusciamo a vivere pienamente la nuzialità … Come non gioire e ringraziare Dio per tanta bellezza, nascosta nel meraviglioso incontro di un uomo e una donna?!
(Sara)
“Il tesoro più grande che doniamo ai nostri figli è proprio il nostro amore nuziale!”
(M.Armiento)
“Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come il regno dei morti è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina!
Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.”
(Dal Cantico dei Cantici)