Fabo, noi siamo il cambiamento che il mondo chiede per evolvere.
«Mi chiamo Matteo Nassigh, ho 19 anni e sono uno che pensa.
Conosco bene la fatica di vivere in un corpo che non ti obbedisce in niente.Voglio dire a DJ Fabo che noi persone cosiddette disabili siamo portatori di messaggi molto importanti per gli altri, noi portiamo una luce.
Anch’io a volte ho creduto di voler morire, perché spesso gli altri non ci trattano da persone pensanti ma da esseri inutili.
È vero, noi due non possiamo fare niente da soli, ma possiamo pensare e il pensiero cambia il mondo.
Fabo, noi siamo il cambiamento che il mondo chiede per evolvere.
Molti vedono la disabilità come un’assenza di qualcosa, invece è una diversa presenza.
Cambiate lo sguardo e lasciateci la libertà di restare noi stessi, allora noi saremo liberi quanto voi…
Se le persone vengono misurate per ciò che fanno, è ovvio che uno come me o dj Fabo vuole solo morire.
Ma se venissero capite per quello che sono, tutto cambierebbe.
Ci vedete come mancanza di libertà, ma noi siamo libertà, se ci viene permesso di essere diversi.
Ora Fabo, passato da una vita superattiva a un’altra direi opposta, vede solo il dolore, dunque è chiaro che vuole sparire.
Se avesse attorno a sé tutto l’amore che ho io, non cadrebbe nella trappola di misurarsi sulla perfezione fisica, ma sulla sua anima intatta.
Il mio spirito ha scelto un corpo così limitato proprio per dimostrare che i limiti sono solo nella nostra testa, la considero la mia missione.
Se i miei genitori non fossero stati capaci di guardare oltre, non mi avrebbero salvato dal silenzio e oggi sarei ancora considerato un vegetale senz’anima.
Invece ciascuno di noi è un prodigio di bellezza e io lo dimostro ogni giorno vivendo.
Pregare mi aiuta molto e il mio rapporto con Dio è costante.
Lo dico chiaro, non uccidetemi mai. Temo sempre che un giorno arrivi uno e dica ‘sopprimiamo i disabili che non parlano’… se accadesse io mi troverei in una situazione poco bella.
Quando decisero di togliere la vita a Eluana Englaro ero scosso, anche lei aveva la sua missione e non l’aveva finita.
Se perfezione è camminare io ed Eluana siamo un disastro, se invece è essere ce la caviamo benissimo»