AL “FAMILY DAY” C’ERAVAMO ANCHE NOI
“Renzi ci ricorderemo” recitava uno striscione al Circo Massimo lo scorso gennaio, nella piazza che contestava l’imminente approvazione della unioni civili. “Renzi ti ricorderai di noi” è l’auspicio del movimento di popolo guidato da Massimo Gandolfini che dallo scorso maggio ha organizzato centinaia di incontri in tutta Italia per illustrare e promuovere un NO ragionato alla riforma costituzionale Renzi/Boschi.
Gandolfini ha di nuovo sgombrato il campo da ogni strumentalizzazione: “La decisione di votare No non è una vendetta, ma la logica conseguenza davanti ad un governo che ha portato avanti a colpi di fiducia leggi contro la vita e la famiglia e, tramite una riforma che indebolisce la rappresentanza popolare, vuole riscrivere l’antropologia della società italiana”.
Obiettivo dichiarato è fermare la deriva centralista che l’attuale governo sta promuovendo. “L’accentramento del potere in un’unica direzione nega di fatto la democrazia e il bilanciamento dei poteri. L’annullamento dei corpi intermedi, primo fra tutti la famiglia, allontana la partecipazione del popolo alle decisioni che lo riguardano”.
Inutile infatti girarci intorno: leggi liberticide, come il ddl Scalfarotto sull’omofobia e le linee guida della buona scuola, che rende obbligatoria l’educazione di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado, attendono dormienti solo l’approvazione della riforma per essere approvate alla velocità della luce nelle aule parlamentari senza alcun margine di discussione.
“Il nuovo assetto istituzionale, anche a causa della riforma elettorale, accentra il potere nella figura del premier e verrà utilizzato, come dicono pubblicamente i vertici del Pd, per completare la trasformazione del tessuto sociale italiano – ha aggiunto Gandolfini -. Le unioni civili sono infatti solo il capo fila di una politica tesa all’approvazione delle adozioni per tutti; del suicidio assistito; dell’estensione della procreazione artificiale a coppie gay e single; della regolamentazione dell’utero in affitto; delle leggi sulla omo-fobia e della legalizzazione delle droghe”. Un programma indicato pubblicamente dalla stessa senatrice Cirinnà: con un parlamento monocamerale e controllato (grazie all’Italicum) da un solo partito, ogni mozione sul matrimonio egualitario passerà nell’arco di 70 giorni.
(fonte: lanuovabq)