Nel cuore della notte
Tre sere fa mi sono addormentata molto addolorata … da qualche giorno io e Mimmo avevamo un atteggiamento freddo nei confronti l’uno dell’altra, in seguito a un litigio. Prima di addormentarmi, pensavo a come sia facile dimenticare tutte le promesse di felicità e vivere il matrimonio da separati. Mi scoraggiava molto il fatto che, nonostante i tanti passi avanti fatti reciprocamente nel ricucire le lacerazioni, ci ritroviamo poi frequentemente divisi da un nuovo litigio. Inoltre l’orgoglio, la paura di essere respinta, il rischio di peggiorare le divisioni, mi trattenevano dal cercare di avvicinarmi a lui e mi avevano fatto trovare una posizione a distanza di sicurezza, senza scontrarci, ma nemmeno incontrarci. Una piccola distanza tra noi, che non ci impediva di rivolgerci la parola, ma che ci metteva lontani anni luce dalla felicità. Avevo una profonda tristezza, guardavo le foto dei momenti di felicità insieme e aumentava in me la tristezza, così ho iniziato a piangere. Quando Mimmo mi ha chiesto perché stessi piangendo, non sono riuscita a spiegargli il mio stato d’animo senza accusarlo, e così abbiamo litigato ancora di più … ecco, a ulteriore conferma che è meglio la distanza di sicurezza!
Quella notte mi sono svegliata due volte, perché i bambini mi avevano chiamata. Solitamente, appena si addormentano, torno subito a dormire, invece l’inquietudine mi ha fatto restare sveglia. Così ho iniziato a piegare i panni e intanto pensavo ancora a noi.
Appena finito di fare ordine fuori di me, ho sentito il bisogno di fare ordine dentro di me, e sono andata a riprendere la cartellina del corso incantevole … avevo dimenticato di avere un tesoro in casa! Man mano leggevo, comprendevo quante cose avessi sbagliato nei confronti di Mimmo. Poi ho acceso una candela, mi sono messa di fronte all’icona di Gesù e ho iniziato a pregare: dentro di me si sgonfiava man mano l’orgoglio di pretendere le sue scuse e aumentava il desiderio di chiedergli io scusa.
Perciò, nel cuore della notte, ho preso carta e penna e ho iniziato a scrivergli una lettera, superando la forte resistenza dentro me, una voce che sosteneva fosse inutile, perché dopo che dici certe cose pesanti e ferisci tanto la persona che ami, è vano chiedergli scusa, perché hai tradito la sua fiducia, hai fatto danni irreparabili. Ma ho scritto comunque, non ho ascoltato quella voce che mi voleva trattenere nella separazione e che mi voleva negare la speranza di tornare dal mio sposo. Scrivere quella lettera è stato assecondare una voce più lieve e delicata dentro di me, più difficile da ascoltare.
Il mio stato d’animo è cambiato tantissimo e ciò che prima mi sembrava un male, ora lo vedevo un bene: il fatto che molto spesso dobbiamo sforzarci di ritrovarci perché litighiamo con frequenza, ora lo vedevo con stupore … quante volte siamo riusciti a ricucire strappi che sembravano definitivi e siamo ritornati alleati, intimi! E non vedevo più con rassegnazione il mio essere impulsiva: è nata in me la convinzione e il forte desiderio di non aprire più bocca quando sono molto arrabbiata, perché so che lì parlo solo per far male. Ho desiderato iniziare in modo sempre più consapevole ad “allenarmi” per imparare ad amare Mimmo!
Guardavo l’ordine fuori di me e mi rispecchiavo nell’ordine che era stato fatto dentro di me. Un Altro aveva tolto dal mio cuore e dalla mia mente la rabbia, l’orgoglio, il risentimento, la disperazione, come un sapiente contadino che strappa le erbacce … non solo! Aveva irrigato il mio terreno con speranza, desiderio di felicità, aveva scavato il solco dell’accoglienza, aveva innestato la mia pianta affinché porti frutti molto dolci. Mi sentivo in pace!
Così sono andata a letto quasi all’alba e ho dormito profondamente.
Al mio risveglio, ho temuto che quella notte santa, potesse essere stata solo un’illusione … Temevo di trovare Mimmo ancora arrabbiato con me, nonostante la lettera. E invece, ho sentito la musica di Only Hope: lui si era accorto che mi ero svegliata e mi stava dicendo “Ti aspetto”. Sono corsa nel suo studio, l’ho abbracciato e abbiamo ballato quella canzone che per noi è così importante, perché parla della nostra appartenenza al Cielo, della nostra speranza, del buono e del bello che c’è in noi, della musica delle stelle che suona il nostro cuore. Non so descrivere la gioia che provo quando ritrovo il suo sorriso e il suo abbraccio dopo un periodo di litigio. Credo sia la gioia dell’assetato che trova l’acqua! Quanto abbiamo riso! Il bello è che poi i bambini partecipano alla nostra gioia! Mimmo ha fatto partire la musica del divertentismo e tutti e quattro ci siamo messi a fare trenini per la casa, ci siamo fatti il solletico, abbiamo giocato a carte … una vera domenica di festa!
(Sara S.)